DIRIGERE IL FIOCCHI...

Dirigere un istituto come il Fiocchi di Lecco è come prendersi cura di una vigna. Devi assicurarti che le radici e i pali di sostegno siano ben piantati in terra: periodicamente devi arieggiare la terra dove è stata piantata la barbatella, altrimenti il ristagno d'umidità potrebbe diminuire la produzione e addirittura far morire la vite; i tutori, che devono tenere dritta la pianta e farla resistere al vento e al carico dei grappoli, talvolta vanno meglio infissi nel terreno, mentre quelli già saldi reggono il carico dell'intero filare e ti aiutano a tenere ordinata l'intera vigna. 
Devi poi sapere quali rami piegare, quali potare per far sì che le gemme dell'anno producano rami fruttiferi. Devi conoscere ogni varietà, perché quello che vale per l'uva da tavola non è sempre utile per quella da vino: magari la vite ad acino rosso produce meglio su cordone speronato rispetto alla vite bianca, che va potata a guyot; capita però che viti di varietà simili si siano sviluppate l'una in pieno sole, l'altra in ombra. Devi sapere quanto carico di foglie lasciare, non puoi permettere alla peronospora di attaccare i germogli più teneri.
In questo periodo poi per favorire la produzione dell'anno in corso, ma devi avere in mente come sarà la vite il prossimo anno, a quello dopo ancora. Le viti sono vive, sanno rispondere all'amore dei vignaioli a tempo debito, con fiori magari piccoli, ma che origineranno acini succosi. Grappoli dolci o aspri in bocca, non importa; uve da vino o da tavola, non conta purché siano sane.
Chi ha una vigna sa la fatica che ne richiede la cura, il tempo speso in campo, il cruccio di sentire i tuoni del temporale estivo avvicinarsi, foriero di grandine.
Solo chi si è preso cura delle viti ricorda la frustrazione nel vedere le foglie appassire per una siccità prolungata, il dolore fisico nel dover estirpare la pianta malata di flavescenza, unico modo per non infettare le viti sane.
Io amo le mie viti, tutte, non importa se producono uva da tavola o da vino, acini dolci o aspri. Amo quelle già in produzione, quelle che ho dovuto potare corto, perché una branca era malata. E non permetterò a nessun tasso di cibarsi dei grappoli della mia vigna, a nessun vento di spezzare i pali di sostegno, a nessun temporale di distruggerla.

Claudio Lafranconi 
Dirigente scolastico " I.I.S. P.A. FIOCCHI" di Lecco